LINEE PROGRAMMATICHE RELATIVE ALLE AZIONI ED AI PROGETTI DA REALIZZARE NEL CORSO DEL MANDATO
Savona sta vivendo una fase di profonda crisi, sia dal punto di vista economico che sociale e
culturale.
Dopo la fine del periodo industriale, la nostra città non ha saputo trovare una nuova vocazione
economica e ha visto progressivamente affievolirsi il suo senso di identità e di coesione.
In questo contesto di città debole e incerta, dapprima la crisi economica e poi la pandemia hanno
inferto colpi durissimi, di fronte ai quali non si è stati in grado di porre rimedi adeguati.
È quindi indispensabile dotarsi di un progetto di medio e lungo periodo, di una idea di città, capace
di ricostruire un senso nuovo di appartenenza, perché solo così è possibile tornare ad investire dal
punto di vista economico-finanziario ma anche sociale e culturale.
La crisi, ovviamente, ha creato una situazione in cui sono innumerevoli i problemi concreti che
toccano i cittadini e che incidono sul clima generale che si respira in città, un clima caratterizzato
sempre di più da un senso di delusione e di sfiducia nel futuro.
Dobbiamo restituire ai savonesi la fiducia, la speranza e la voglia di costruire il proprio futuro e
quello della città.
Ciò significa, innanzitutto, affrontare e risolvere i problemi quotidiani dei suoi cittadini ma queste
azioni concrete devono collocarsi all’interno di un progetto di ampio respiro, che sappia
coinvolgere i savonesi.
La visione di futuro e la concretezza delle politiche non sono concetti contrapposti tra loro ma anzi
sono funzionali l’una all’altra, perché solo la chiarezza di obiettivi consente di individuare la
soluzione più efficace ai singoli bisogni.
L’Agenda, proposta in campagna elettorale, è stata costruita al fine di creare una cornice
progettuale generale, all’interno della quale collocare i temi specifici che incidono sulla vita delle
persone.
Ora, le linee programmatiche di questa amministrazione non possono che riprendere l’Agenda e la
sua impostazione.
L’obiettivo è di rendere Savona la città più vivibile della Liguria.
La “vivibilità” è concetto poliedrico, evoca la qualità urbana, la qualità di vita, la qualità sociale,
l’attrattività, la capacità di generare sviluppo.
Savona deve essere “vivibile” in quanto:
GIUSTA: capace di prendersi cura di tutti i suoi cittadini e di coinvolgere tutti i quartieri;
DINAMICA: capace, nel solco della sua storia di cambiare per interpretare lo spirito del
tempo;
ATTRATTIVA: ha una buona qualità di vita, è capace di attrarre persone, idee, investimenti e
opportunità
UNA CITTA’ IN CUI SIA POSSIBILE TORNARE A PROGETTARE IL PROPRIO FUTURO
*
Lo faremo lavorando su cinque “chiavi”, in connessione tra loro:
1. SVILUPPO SOSTENIBILE: perché la città deve generare lavoro di qualità e sviluppo
sostenibile;
2. CULTURA: perché la città deve essere un luogo di identità e crescita culturale;
3. COMUNITÀ’: perché la città deve essere luogo di coesione sociale;
4. QUARTIERI: perché sono i nuclei identitari della vita cittadina;
5. CITTA’ STRATEGICA: perché deve essere un luogo bello e al passo con i tempi.
***
Prima di affrontare le singole “chiavi”, è necessario individuare alcune “linee guida” che
rappresentano una premessa non solo di metodo ma anche di concezione stessa delle politiche
locali.
LINEE GUIDA DEL PROGRAMMA DI GOVERNO:
1) Progettualità. L’obiettivo è indicare le componenti di un progetto strategico per la nostra città
ispirato all’ Agenda Urbana Europea, fondamentale anche per reperire i finanziamenti necessari
per affrontare le sfide che abbiamo davanti.
2) Connessioni. Uno dei tratti fondamentali del Patto consiste nell’individuare le connessioni tra le
diverse chiavi. Per questo, sebbene la scansione delle proposte segua l’ordine Sviluppo
Sostenibile-Cultura-Comunità-Quartieri-Città Strategica, a loro volta articolate per temi, in realtà
ogni singolo progetto coinvolge trasversalmente le diverse chiavi e quindi si ripete e trova esplicito
richiamo in diverse parti dell’Agenda.
3) Patto. Il Patto sarà il modello della nostra azione politica e amministrativa e viene declinato in
tutti i progetti: un patto con i cittadini, un patto con gli enti, un patto con le forze sociali ed
economiche ecc.
4) Coralità. Il nostro progetto vuole coinvolgere la Città e promuovere la partecipazione, non solo
nella sua fase di costruzione ma anche nel corso dell’attività amministrativa con specifici strumenti:
– Ruolo del Consiglio Comunale: verrà valorizzata la rappresentanza dei consiglieri con deleghe
specifiche, previa previsione e quindi modifica dello Statuto;
– Rappresentanza dei Quartieri: verranno messe a punto nuove modalità per stabilire un dialogo
costante tra amministrazione e quartieri: l’idea sulla quale si lavorerà è quella di instaurare un
dialogo costante tra amministrazione – ossia Assessori e Consiglieri – e i cittadini che si attivano
per il loro quartiere anche attraverso strumenti di informazione e ascolto che possono favorire la
trasformazione dei bisogni dei luoghi e di chi li abita in processi di cambiamento.
– Modelli innovativi di governance: i progetti del programma prevedono strumenti di
concertazione permanente con gli stakeholders strategici
– Sedi di confronto strutturate con le diverse forme di rappresentanza sociale.
5) Comprensorialità. Il progetto per Savona deve avere un respiro comprensoriale, tutti i temi
principali richiedono sinergia con i Comuni limitrofi: mobilità, rifiuti, infrastrutture, Turismo, Porto,
Campus, welfare. Dobbiamo superare la logica comunale e trovare nuovi strumenti di
concertazione politica con i Sindaci del comprensorio.
6) Struttura di reperimento fondi. Si prevede una Struttura Centralizzata di reperimento fondi
europei, nazionali, delle fondazioni, capace di coordinare le progettualità dei diversi settori
dell’amministrazione comunale e le proposte che vengono dalla città. Esistono linee di
finanziamento per avviare tale coordinamento.
Sarà articolata in due parti:
– all’interno della amministrazione, dovremo creare un ufficio dotato delle necessarie competenze
collegato, da un lato, con la giunta, per la necessaria direttiva politica, e, dall’altro lato, con i diversi
settori che devono essere coordinati tra loro per poter realizzare progetti integrati;
– all’esterno dovrà invece rapportarsi con un tavolo permanente aperto al Porto, Campus,
Fondazione, ASL, istituti scolastici, e ad altri soggetti portatori di idee ma anche i possibili
finanziamenti (penso alle società sportive). Tra gli strumenti indispensabili riteniamo che
l’Amministrazione debba avvalersi di un piano di marketing territoriale che evidenzi le linee di
indirizzo e di sviluppo della città.
7) Buone pratiche. Il nostro programma accoglie diverse esperienze virtuose dei cComuni italiani
più avanzati in materia di welfare, commercio, urbanistica, turismo e forme di aggregazione tra
cittadini, funzionali agli obiettivi che ci siamo proposti.
8) Smart City. Le tecnologie che caratterizzano la Smart City possono introdurre in città un reale
cambiamento nella relazione tra i servizi e il cittadino, tra il tessuto urbano e il visitatore, tra le
attrazioni culturali e il turista, migliorando la qualità della vita. Vogliamo adottare per Savona un
grande progetto di Realtà Aumentata che, partendo dalle informazioni al cittadino e
interfacciandosi con i servizi pubblici, diventi un vero e proprio volano di sviluppo per la città in tutti
i suoi ambiti: commercio, turismo, polo museale, manifestazioni, accompagnamento scolastico.
Una città che prende vita attraverso il digitale: accessibile ed interattiva.
Una proposta-simbolo
Prepariamoci a presentare la candidatura di Savona capitale italiana della cultura!
Vogliamo aprire un cammino della nostra comunità cittadina per arrivare a presentare la
candidatura di Savona a capitale italiana della cultura.
Se, per ritrovare una identità ispirandosi alla Agenda Urbana Europea (progetto), Savona deve
sviluppare progetti che tengano insieme le varie componenti della città stessa (connessioni) e
coinvolgendo tutti i suoi cittadini (coralità), questi stessi requisiti sono richiesti per presentare la
candidatura a capitale della Cultura.
Quindi aspirare a presentare la candidatura per Savona, può rappresentare il simbolo di un
percorso che la città deve compiere in ogni caso ma che può essere agevolato dal fatto di proporsi
un obiettivo concreto e una scadenza prefissata, ossia il bando che si ripete ogni anno.
Non abbiamo fretta, quindi possiamo attendere che il percorso sia maturo, ma è necessario porsi
fin d’ora questo obiettivo.
****
1. SVILUPPO SOSTENIBILE
Lo sviluppo di Savona non si giocherà su una sola vocazione, ma sulla capacità di mettere in
relazione e in sinergia le sue componenti principali, tra loro e ciascuna con la città:
Campus, Porto, Turismo, Commercio, Ospedale. Sarà uno sviluppo sostenibile, seguendo le linee
di sviluppo dell’Agenda Urbana Europea.
Si seguiranno seguire due direttrici:
1) l’innovazione
2) la transizione energetica ed ecologica
L’anello di congiunzione deve essere la città bella e vivibile.
ALLEANZA CITTA’ – PORTO
Da tempo la città e il porto stanno vivendo un rapporto di “indifferenza conflittuale”. Il compito della
nostra amministrazione sarà quello di invertire questo rapporto e trasformarlo in alleanza
strategica.
Savona, città portuale, non può fare a meno del suo porto; lo Scalo di Savona non può fare a
meno della città.
In questo contesto, è strategica la “savonesità” del nostro progetto, nato nella nostra città e rivolto
alla nostra città, perché Savona deve riprendere la propria forza progettuale e politica.
L’alleanza si gioca sul piano della governance e su quello dei progetti.
Governance
Con la creazione della Autorità di Sistema, è necessario creare un livello di governance savonese
– sia politica che amministrativa – che coordini le politiche di integrazione locale tra porto e città.
Politica: creazione di un tavolo permanente composto dai Sindaci del comprensorio, dal Direttore
di Scalo e dal Rappresentante locale nel Comitato d’Indirizzo. Periodicamente, e in maniera
mirata, il tavolo viene allargato alle parti sociali.
Amministrativa: attualmente il grado di burocrazia è troppo elevato. Serve un nuovo modo di
relazionare la macchina amministrativa con quella portuale. Prevediamo un interlocutore
amministrativo comunale per tutte le pratiche che riguardano le attività collocate nelle aree portuali.
Punti strategici
La recente riforma dell’art. 5 della legge 84/94 attribuisce ai Comuni la facoltà di interagire con
l’Autorità di sistema solo relativamente alle aree di co-progettazione. A maggior ragione, alla luce
di questa riforma, la costruzione di una forte alleanza tra porto e città è ancor più importante per
individuare i punti strategici da indicare nel DPSS (Documento di Pianificazione Strategia di
Sistema Portuale):
1) Ricaduta economica. Rafforzare e rendere percepibile la ricaduta economica: lo sviluppo e il
consolidamento dei traffici devono essere un obiettivo dell’amministrazione per sviluppare
occasioni di lavoro, ricchezza e innovazione generate dal Porto (obiettivi del DPSS, Documento di
Pianificazione Strategica di Sistema Portuale).
2)Stringere i rapporti con la città (obiettivi dal DPSS): Progetto Porto Aperto per farlo conoscere
ai cittadini e ai turisti come luogo di lavoro e di storia della città – progettazione di un museo
cittadino tematico a cielo aperto e interattivo (Realtà Aumentata).
3) Entrata e uscita dal Porto: agevolare i traffici e valorizzare la città: completamento Aurelia BIS;
studio del collegamento ferroviario; studio dell’“ultimo miglio” (tratto di strada uscita dal porto e
infrastrutture viarie o ferroviarie).
4) Co-progettare il waterfront di levante: riqualificare la zona per renderla biglietto da visita della
città e simbolo del rapporto con il Porto con un unico progetto. I punti sostanziali riguardano il
recupero delle ex Funivie, collegate con San Giacomo e Miramare, il polo nautico, intervenendo
sulla mobilità cittadina tra il Prolungamento e Albisola, improntata alla mobilità lenta e sostenibile.
5) Concertazione nella gestione del waterfront di ponente: le spiagge tra Priamar e Zinola
sono parte integrante della visione di città, proposta turistica e del ruolo dei quartieri, quindi la loro
gestione rappresenta la sinergia tra Porto e città che deve trovare una comunità di intenti in una
co-pianificazione del litorale.
I temi su cui puntare sono: turismo, turismo accessibile, integrazione tra turismo balneare, outdoor,
turismo culturale, sport del mare con il campus.
Questi temi devono essere messi in relazione con i quartieri di riferimento, in modo che tali attività
si intreccino con la vocazione dei singoli quartieri.
6) Transizione energetica: si avvierà un grande progetto di rinnovamento energetico del Porto
con il supporto progettuale del Campus, che riguardi non solo l’elettrificazione delle banchine, ma
tutte le attività e i mezzi portuali: questo può essere il progetto simbolo dell’alleanza Porto-Città.
ALLEANZA CITTA’ – CAMPUS
Un altro obiettivo prioritario è quello di legare la città al suo Campus.
Occorre agire su più piani: la governance; gli spazi; i temi di collegamento.
Governance. Promuovere un accordo di programma tra Comune e Università per definire obiettivi
di espansione ed interazione delle attività universitarie nella nostra città – esteso alle scuole
superiori di Savona. Va affrontato anche il tema del ruolo di SPES e in generale di che strumenti
di governance dotarsi nel rapporto strategico tra territorio e Università.
Spazi. Il collegamento tra Campus e città si gioca anche sugli spazi sotto due profili:
1) Le residenze universitarie sono la priorità: dobbiamo promuovere la residenzialità degli studenti
e la loro integrazione con la città con la realizzazione di uno studentato nel centro, e allo stesso
tempo garantire degli spazi di accoglienza nel quartiere di Legino per corsisti e docenti delle molte
attività formative e imprenditoriali che ruotano attorno al Campus.
2) Occorre trovare nuovi spazi per l’insediamento di aziende connesse alle attività del Campus, in
Legino, nelle aree limitrofe al Campus.
Come conseguenza della dislocazione degli spazi, vi è la questione relativa ai trasporti, che
devono essere improntati alla mobilità lenta e sostenibile, quindi piste ciclabili e mezzi pubblici, che
consentano un collegamento efficace tra la città e il campus.
Connessioni. Il Campus ha competenze che interessano la città e che devono essere messe a
sistema:
– energia: investimenti sulla rigenerazione energetica della città: Porto, Poli scolastici, edifici
pubblici e privati.
– scienze motorie / Sport: progettualità sportiva che coinvolga la città e colleghi il Campus con il
mare (vedi Città Strategica progetto Grandi Distretti di trasformazione).
– mobilità: le competenze in tema di mobilità devono essere il perno del progetto di mobilità di
Savona.
– scienza della comunicazione: connessione con cultura e turismo.
– ambiente e difesa del territorio: creazione di un Piano di Protezione Civile cittadino con il CIMA.
– scienze infermieristiche e riabilitazione: in connessione con l’Ospedale. Per dare maggiore enfasi
al collegamento tra Campus e città e tra la città e l’Ospedale, si deve tornare a parlare della facoltà
di Medicina nel campus di Legino.
TURISMO
Savona deve inserirsi nella politica comprensoriale del turismo, portando le proprie caratteristiche.
L’ identità turistica deriva dall’identità stessa della città. Dalla identità turistica deriva la capacità
di elaborare prodotti turistici.
1) Si svilupperà, all’interno della politica comprensoriale turistica, una strategia di marketing
territoriale ed una governance pubblico/privata capace di individuare, tra le tante risorse del
patrimonio artistico, culturale e naturale (polo museale, Priamar, spiagge, outdoor, Santuario,
Brandale ecc.), i prodotti turistici su cui puntare.
2) La rigenerazione urbana e il decoro urbano, pur non essendo temi prettamente turistici,
risultano il presupposto di ogni idea turistica per la città.
3) Valorizzazione del turismo religioso, collegato al Santuario e alla città dei Papi.
4) rilancio del turismo culturale, collegato al polo museale, al Priamar, al Brandale, al complesso
del Duomo, alle attività teatrali ecc..
5) promozione del turismo sportivo, collegato alle attività delle nostre società sportive,
estremamente attrattive;
6) collegamento tra il turismo balneare e le altre forme di attrattività turistica di cui abbiamo detto
sopra.
7) incentivare il turismo dell’agroalimentare.
Accanto a tutto questo, vogliamo puntare su tre ambiti innovativi che interessano trasversalmente
gli ambiti sopra descritti.
a) L’accessibilità dovrà essere il tratto distintivo di una nuova capacità turistica della città, intesa
come grande politica di accoglienza: puntiamo sul percorso della Bandiera Lilla.
Le spiagge (sia pubbliche che private), le strutture sportive, le attrazioni artistiche culturali e la
mobilità della città vanno inserite in un grande progetto di accessibilità, sia fisica che cognitiva.
Questo ambito turistico può essere un grande volano di sviluppo per tutti i servizi alla persona
legati alla Silver Economy. Non solo un’attrattività per turisti e visitatori ma un grande salto di
qualità della vita per gli abitanti stessi della città.
b) La città pet-friendly dovrà strutturare servizi per l’accoglienza di animali domestici, in primis
legati all’accesso al mare (percorsi agility, doccia, asciugatore ecc.), a disposizione non solo di
turisti e visitatori ma anche degli stessi cittadini savonesi.
c) Outdoor, nell’ambito di una proposta integrata con il comprensorio (Finale/Quiliano/Altavia) e
legata all’entroterra cittadino:
– di particolare interesse sono gli areali della Madonna degli Angeli / Conca Verde e la Valle del
Santuario; vanno individuati una serie di sentieri da promuovere in connessione alla rete
sentieristica territoriale esistente, con un focus su accessibilità ed E-BIKE;
– di fondamentale importanza risulta poi la creazione di un evento annuale che faccia da traino
all’intera proposta outdoor;
– un altro ambito di interesse è quello del trekking urbano: Savona da scoprire con percorsi che
raccontino i quartieri e valorizzino la storia della nostra città: i luoghi dei Papi, la città di Pertini, la
città della Resistenza, la città del Liberty ecc.
COMMERCIO
Il commercio, come l’artigianato, è l’anello di congiunzione tra turismo e città e nel contempo è
presidio di territorio, soprattutto nei quartieri. Non si può pensare ad uno sviluppo urbano o ad una
rigenerazione funzionale, senza mettere il commercio e l’artigianato al centro delle progettualità
comunali.
Governance. Vogliamo creare dei Distretti Urbano del Commercio, forma di partenariato
innovativa, esistente in molte città del Nord Italia, capace di elaborare strategie integrate con gli
altri settori economici e culturali, redigendo un Piano del Commercio e dell’Artigianato.
Azioni prioritarie:
1) Riapriamo le serrande. Promozione ed incentivo degli utilizzi temporanei (temporary store), sia
a scopo commerciale che promozionale, e introduzione di un modello di contratto commerciale
standard, sulla base di modelli virtuosi già esistenti in altre città, che possa incentivare l’avvio di
nuove attività mitigando l’impatto economico dell’affitto.
2) Sostegno ai negozi di vicinato. Istituire un albo dei negozi di vicinato nei quartieri e prevedere
una premialità sui buoni spesa che il Comune eroga alle famiglie o singoli in difficoltà, se utilizzati
all’interno dei negozi di vicinato. Mantenere l’estensione del suolo pubblico gratuita ed agevolata
per tutto il 2022, così come per le occupazioni temporanee di palestre, scuole di danza e ASD per
tutto il 2022. Permettere l’utilizzo del suolo pubblico ai negozi di vicinato per le esternalità.
3) Premialità urbanistiche. Politiche urbanistiche per il sostegno e il consolidamento degli ambiti
distrettuali del commercio di vicinato e dell’artigianato. E’ necessaria una progettualità sui locali ai
piani terreni a destinazione non abitativa che tenga conto delle dinamiche economiche, funzionali
ed ambientali in ottica di rigenerazione urbana e rinnovata capacità di attrattività commerciale e
imprenditoriale.
4) Manifestazioni. Devono essere uno dei principali strumenti di attrattività della città. Il calendario
delle manifestazioni deve essere una vera e propria strategia comunale per creare eventi in grado
di comunicare i contenuti propri della città. Anche le manifestazioni commerciali devono inserirsi ed
essere progettate con un’idea nuova di valorizzazione della città. In questo ambito vanno anche
considerate le grandi potenzialità degli eventi sportivi (ciclismo, atletica, outdoor, nuoto, pallanuoto
ecc.) come volano attrattivo per l’intera città. Vanno definiti regolamenti più snelli per le
manifestazioni e la predisposizione di alcune aree cittadine con i presupposti normativi per poter
ospitare manifestazioni tutto l’anno.
5) Promozione dell’Artigianato, collegando la città all’esperienza di Particelle e promuovendo
zone della città a vocazione artigianale.
NUOVE FORME DI LAVORO
Le nuove forme di lavoro, Smart Working e Co-Working, sono la grande occasione di rilancio
cittadino che il nostro tempo ci offre e possono essere ambiti di sviluppo di nuova residenzialità
cittadina e di nuova impresa. Savona può diventare un hub per i lavoratori agili attirando nuovi
abitanti e disincentivando la fuga di tanti lavoratori savonesi verso altre città. Il modello a cui
pensiamo è quello dell’Officina Municipale, un luogo dedicato al lavoro da remoto.
Occorre:
1) Copertura di rete adeguata e a costo ragionevole per tutta la città.
2) Dotarsi di tutti gli strumenti necessari ad agevolare il lavoro da remoto (scrivanie in uffici
condivisi come i coworking, un servizio wi-fi super affidabile, sale meeting e videoconferenze).
3) Sviluppare servizi per le famiglie.
4) Imparare a raccontarsi come una città del buon vivere partendo dagli indicatori che hanno fatto
conquistare a Savona il secondo posto in Italia per cultura e tempo libero nell’ultima classifica del
Sole 24 Ore.
2. CULTURA
Una Città “giusta dinamica e attrattiva” è una città che si pensa come luogo culturale.
Senza cultura non c’è identità e senza identità non c’è cultura; una Città viva è una Città in grado
di far crescere culturalmente i propri cittadini e che sa trovare nella crescita culturale un fattore di
sviluppo. Ciò non riguarda solo le politiche culturali in senso stretto ma tutto quanto abbia a che
fare con la conoscenza, l’educazione, l’istruzione, la formazione, la trasmissione di saperi, l’arte ed
ogni forma creativa di espressione dell’uomo e della comunità.
In questo contesto la proposta di lavorare per poter candidare Savona a Capitale della Cultura,
rappresenta anche uno stimolo alla crescita e allo sviluppo di una politica culturale di ampio
respiro.
L’amministrazione svolge un ruolo non di imprenditore culturale ma di soggetto che deve
coordinare, promuovere, stimolare le attività culturali presenti nella città, attività che non devono
chiudersi in una ottica provinciale ma mantenere lo sguardo “alto” di una cultura che “parla al
mondo”.
Governance. L’amministrazione deve dotarsi di nuovi strumenti e metodi di lavoro, al fine di:
1) coordinare la programmazione culturale con lo Sviluppo sostenibile (turistico e commerciale in
particolare), la Comunità (in particolare rispetto alle politiche di inclusione e accessibilità ed ai
laboratori di quartiere) e la Città Strategica (in particolare per quanto attiene gli spazi nel centro
storico e nei quartieri da dedicare ad attività di laboratorio creativo e di spettacolo dal vivo e la
rigenerazione dei contenitori storici oggi non utilizzati o sottoutilizzati).
2) incentivare forme di collaborazione e co-progettazione, su precise linee di indirizzo tra le realtà
culturali e dello spettacolo presenti in città, sia operanti in campo professionale sia amatoriale nella
distinzione di ruoli e funzioni.
Ciò significa promuovere ad inizio mandato un Piano Regolatore della Cultura, che attui la
ricognizione delle risorse esistenti, determini modalità di co-progettazione e scansione temporale
delle azioni, con obiettivi intermedi, finali e verifiche in itinere.
Politica culturale. Occorre un criterio di politica culturale ben preciso concepito secondo lo
schema:
FORMAZIONE – PRODUZIONE – RICADUTA SOCIALE
Filiera circolare, poiché ricaduta sociale è anche crescita della comunità in ogni sua componente a
cominciare da quelle più a rischio di esclusione e quindi è un processo formativo, che a sua volta
alimenta nuova produzione, intesa come momento creativo di nuove espressioni culturali, e una
nuova ricaduta sociale, intesa come promozione della partecipazione, condivisione e diffusione in
ogni quartiere della città dei percorsi e processi culturali. Questa filiera si applica ad ogni forma di
espressione culturale, dal teatro, alla musica, dalla tradizione alle nuove forme d’arte.
Nell’ambito di questa linea politica, individuiamo alcuni progetti specifici che possano ridare alla
città una identità culturale:
1) Teatro 360. Teatro Chiabrera aperto tutti i giorni dell’anno (360 giorni l’anno) e che coinvolge la
città a 360° sia in entrata (nel senso che si porta tutta la città in teatro) sia in uscita (nel senso che
si porta “il teatro” in giro per i quartieri).
2) Polo Museale. Ceramica, Archeologico, Pertini, Cuneo, Pinacoteca, Santuario, non solo
concepiti in modo organico sotto il profilo logistico (biglietti e orari) ma proprio come proposta
culturale complessa e intrecciata.
3) Proposte innovative/campus. Sinergia con il Campus, in particolare con scienze della
comunicazione, in molteplici ambiti che vanno dall’elaborazione di piani e strumenti di promozione
e diffusione, alla costruzione di progetti per allargare la partecipazione dei cittadini ai percorsi ed
agli eventi culturali, alla formazione su tecnologie avanzate e professioni hi-tech sia nel campo
delle performing arts, sia nel settore della comunicazione museale e dei beni artistico/architettonici,
in particolare rispetto alla sfida del digitale.
4) Integrazione tra Poli Scolastici – Campus – Città. Il Campus, la scuola e la formazione
devono essere tra i principali attori della istituzione di veri e propri «laboratori diffusi di creatività»,
sia negli stessi quartieri, attraverso i presidi scolastici in essi collocati, sia a livello generale, in
quanto partecipanti ai processi di co-progettazione delle azioni di sistema, con particolare
riferimento allo sviluppo di percorsi innovativi di inclusione sociale e creazione d’impresa giovanile.
3. COMUNITÀ
Una città “giusta dinamica e attrattiva” è una città che si pensa come luogo di comunità coesa. La
Comunità è attrattiva perché accogliente, e dinamica perché evolve nel tempo.
Indicare la Comunità come una “chiave” della nuova identità di Savona significa, innanzitutto,
riconoscere la necessità di confrontarsi con la frammentazione sociale, la solitudine, le paure delle
persone, che rappresentano alcune delle dinamiche più importanti della società moderna e, in
secondo luogo, scegliere, nella risposta a questi bisogni, di consolidare o ricostruire il tessuto
civico di Savona.
D’altra parte, in un contesto di società individualizzata, affermatasi negli ultimi trent’anni, la
domanda di comunità cresce nella stessa misura in cui cresce l’insicurezza e la solitudine: si tratta
di dare risposta a questa domanda diffusa.
La Comunità è corresponsabilità e condivisione: dei bisogni, delle soluzioni, degli spazi, delle
opportunità, delle relazioni, dei valori e del senso di appartenenza.
In questo senso intendiamo non affrontare le singole forme di fragilità che normalmente
costituiscono oggetto delle politiche sociali, ma perseguire obiettivi di comunità che favoriscano
l’inclusione e l’incontro tra le persone, e quindi: l’integrazione di chi, da altre parti del mondo, viene
a creare il proprio progetto di vita a Savona; la grande sfida di poter accompagnare nella crescita
le nuove generazioni in una città capace di creare opportunità culturali ed educative; la qualità
della vita delle tante persone anziane della nostra città e di chi vive situazioni di disabilità fisica o
cognitiva.
L’obiettivo: una logica generativa
Superare la logica del cittadino “utente” per arrivare a chiedere il contributo di ognuno, anche di chi
è stato messo ai margini, stringendo un patto per la costruzione del benessere personale e
collettivo.
Quattro elementi preliminari:
1) Investire sulla qualità dei rapporti dell’Amministrazione con altri soggetti attivi sul
territorio (istituzioni, imprese, scuole, Sanità, Terzo Settore) mediante interlocuzioni fondate su
logiche di rete, obiettivi comuni di medio-lungo termine, messa a disposizione degli strumenti di
ciascuno.
2) Valorizzare l’apporto di chi si adopera per lo sviluppo del bene comune (vedi l’esempio dei
“custodi del bello” di Firenze): creare le condizioni, favorire e mettere in rete le disponibilità dei
cittadini a svolgere attività o servizi per il bene comune.
3) La qualità urbana deve essere fattore di comunità e moltiplicatore di relazioni sociali (vedi Città
Strategica).
4) Sviluppare un sistema integrato di welfare pubblico-privato e di welfare istituzionale e
spontaneo, con una logica comprensoriale e di distretto socio-sanitario.
Ambiti di lavoro:
1) Sostenere le reti sociali con luoghi fisici o spazi virtuali che facilitino le occasioni di incontro tra
persone, promuovendo il supporto reciproco e solidale, favorendo gli scambi e la ricomposizione
del tessuto sociale (vedi l’esempio dei Laboratori di Quartiere di Bologna).
2) Favorire e sperimentare l’incontro tra domanda aggregata di servizi e offerta
professionalizzata: raccogliere bisogni omogenei – per genere e per territorio – per organizzare
una possibile risposta comune economicamente più accessibile di servizi oggi a carico delle
famiglie (ripetizioni, baby sitting, badanti condivise), individuando i luoghi adatti nei quartieri
(scuole, sms ecc..) vedi l’esempio delle Social Street.
3) Promuovere nei servizi alla persona logiche ispirate alla sussidiarietà favorendo processi
permanenti di co-progettazione con alcuni punti definiti: individuazione del risultato; costruzione
della rete; misurazione dell’impatto sociale; replicabilità del modello; obiettivi di risk-prevention;
forme di premialità per il raggiungimento degli obiettivi.
In questo contesto dovrà essere promosso lo sviluppo di un regolamento dei beni comuni capace
di coinvolgere effettivamente i cittadini nella realizzazione di una città vivibile.
PROGETTUALITÀ’
Accompagnamento dei giovani
Per costruire una città in cui sia possibile “tornare a progettare il proprio futuro”, occorre puntare
sui giovani con progetti che consentano la valorizzazione dei nostri ragazzi. Costruiamo con loro le
prospettive di futuro con questi strumenti: patto intergenerazionale; peer education; patto con
sport, scuola, terzo settore e cultura.
0-3 ANNI – servizi per l’infanzia. Agevolare l’accesso ai servizi di cura dei bambini e la flessibilità
oraria; questo tipo di servizi deve avere una logica comprensoriale.
3-14 ANNI – sostegno gestione tempo libero. Sviluppare azioni di co-progettazione
intergenerazionale con scuola, terzo settore, sport per aumentare l’offerta ludico ricreativa e
culturale.
14-18 ANNI – accompagnamento. Promuovere l’apertura di centri di aggregazione giovanile
all’interno di strutture polisemantiche. Promuovere anche esperienze di volontariato in una logica
generativa e di restituzione. Creare agevolazioni fiscali a livello comunale per l’accesso dei giovani
ai luoghi di cultura.
18-23 ANNI – collegamento con il Campus e la città. Promuovere nuovi servizi per gli studenti
savonesi e fuori sede (aule studio e multimediali); dare nuovamente vitalità al Tavolo dei Giovani.
(Scuola – Piedibus – Orientaragazzi – Patto x la scuola)
I giovani devono crescere in un contesto bello e armonico, per questo è necessario curare gli spazi
frequentati dai giovani (ad esempio i giardini pubblici). Bisogna anche promuovere l’apertura degli
spazi scolastici, laddove possibile, anche in orario extrascolastico.
Spazi collettivi
puntare su spazi pubblici all’aperto e al chiuso, capaci di svolgere la funzione di recupero delle
relazioni sociali e di comunità.
Assistenza sociale e sanitaria territoriale
Il rinnovamento del sistema socio-sanitario ha come leva il potenziamento dell’assistenza
territoriale, sfida cruciale per la situazione demografica della nostra città, con una popolazione
anziana assai elevata, e per tutta la gestione sanitaria legata al post-pandemia. Due poli:
1) Ospedale. Deve diventare una struttura identitaria della città e va rafforzato perché possa
svolgere un ruolo di ospedale provinciale e far fronte anche alla domanda turistica.
2) Rete territoriale socio-sanitaria. Va potenziata e strutturata nel Distretto Socio- Sanitario, solo
così sarà in grado di organizzare i servizi in funzione delle persone e della comunità.
Al centro vi è il Distretto, struttura forte, baricentrica e motore dell’assistenza territoriale con le
centrali operative di assistenza domiciliare.
Alcuni temi:
– Casa della Salute/Casa della Comunità/Ospedale di Comunità (PNRR).
– Promuovere la delocalizzazione delle cure (Infermiere e ostetrica di comunità, consultori, rete
delle farmacie).
– Senior housing/vivere protetto (autonomia / assistenza / socialità).
– Potenziare servizi a supporto delle famiglie con fragilità (caregiver e altri servizi).
Abitare
costruire un sistema di offerta, “unitario” ma differenziato, a regia pubblica con ARTE e Opere
Sociali, guidato da obiettivi ben definiti e in grado di coprire un’ampia gamma di bisogni
(emergenza abitativa e prima accoglienza, edilizia sociale con differenti canoni, interventi a canone
concordato e per particolari utenze). In questa prospettiva occorre si lavorerà ad un patto tra
l’Amministrazione, i proprietari, i soggetti economici (profit e non), e gli abitanti.
1) Costruzione di una conoscenza approfondita dell’offerta abitativa disponibile, dei luoghi e
di chi li abita nonché delle misure già attivate per il contrasto alle diverse fragilità che si intrecciano
con la povertà abitativa.
2) Favorire costruzione di alleanze tra gli attori dell’abitare sociale (dalle Fondazioni, al Terzo
settore, ai comitati e raggruppamenti di inquilini), anche attraverso l’istituzione di spazi fisici e
stabili di dialogo, confronto, co-progettazione, imparando da programmi complessi già sviluppati in
diversi contesti (dai Contratti di quartiere agli Urban).
3) Incentivare l’affidamento in uso ventennale di immobili (previa fuoriuscita dagli elenchi ERP
locali) al Terzo Settore o a soggetti senza scopo di lucro che li riattivino a proprie spese facendo
pagare un canone sociale all’inquilino e, al contempo, fornendo un minimo di canone all’Ente
proprietario.
4) Migliorare le capacità di utilizzo del patrimonio esistente, favorire le coabitazioni sociali e i
rapporti di vicinato, offrire spazi comuni, servizi e attività economiche complementari alla mera
dotazione di un alloggio pubblico: dai condomini solidali, ai progetti di domiciliarità avanzata
(assistenza fornita da altri inquilini in cambio dell’abbattimento del canone di affitto), a diverse
forme di abitare temporaneo, all’affidamento in gestione di spazi comuni per attività sociali.
5) Ampliare la disponibilità di case. Favorire, anche utilizzando gli strumenti della pianificazione
urbanistica (standard e oneri urbanistici) la destinazione a tempo di quote di edilizia residenziale a
locazione convenzionata, con forme di prelazione sull’acquisto da parte dei conduttori, delle
amministrazioni locali e Agenzie per la Casa.
6) orientare a usi abitativi complessi e/o misti altri patrimoni pubblici (di proprietà del
demanio statale o militare, delle amministrazioni locali) che non trovano sbocchi di valorizzazione,
definendo progetti di riuso localmente determinati e condivisi.
7) costruire un patto con i piccoli proprietari immobiliari per rimettere sul mercato il vasto
patrimonio di sfitto cittadino. In questo modo diamo una duplice risposta: ai diversi bisogni
abitativi dei cittadini; dall’altro lato alle necessità dei piccoli proprietari che spesso faticano a
realizzare anche limitati interventi di manutenzione per mettere a reddito il proprio patrimonio, o
che non si sentono garantiti in caso di locazione a soggetti particolarmente fragili.
8) razionalizzare l’esistente. Dobbiamo tenere conto che la domanda abitativa riguarda nuclei
familiari sempre più piccoli, quindi occorre adattare il patrimonio immobiliare a tale domanda. Non
si tratta tanto e solo di frazionare appartamenti sovradimensionati (da riassegnare con la mobilità
interna salvaguardando i soggetti più fragili) quanto di assicurare funzioni o meglio polifunzioni
all’interno di un nucleo abitativo, di un caseggiato, per un miglior utilizzo degli spazi disponibili.
9) Valorizzare complementarietà e sinergie tra ERP e housing sociale.
Welfare di comunità’
Lanciare l’esperienza dei Laboratori di Quartiere (modello Bologna) per prendere contatto con le
migliori esperienze animate dal welfare spontaneo di quartiere per potenziarlo, renderlo replicabile
per creare aggregazione sociale intorno all’esperienza.
Ruolo dei corpi intermedi e rilancio delle consulte.
La comunità si ricostruisce anche con il consolidamento dei corpi intermedi, tradizionali o nuovi.
Tale consolidamento passa attraverso il riconoscimento della loro funzione sociale ma anche la
sperimentazione di metodi nuovi di coinvolgimento.
Rapporto con: Sindacati; Forum Terzo Settore; forum civico savonese; Associazioni di categoria;
aggregazioni spontanee.
Rilancio delle consulte e delle diverse forme di rappresentanza e aggregazione sociale:
– Disabilità e non autosufficienza
– Casa
– Giovani
– Cultura
– Salute territoriale
– Laboratori di quartiere
– Casa del Volontariato
SPORT
Lo sport è uno dei pilastri fondamentale del welfare municipale, luogo di aggregazione e di
scambio sociale, veicolo di modelli di vita improntati alla cura della persona.
Un’Amministrazione che crede nello sport lo fa perché ne riconosce la funzione sociale, prima
ancora degli aspetti competitivi, investendo così nel proprio sistema di welfare, prevenzione e
salute. Per questo il primo obiettivo della nostra Amministrazione sarà quella di rendere lo sport
accessibile a tutti e di incentivarne la pratica.
Governance: è necessario avviare un dialogo con il mondo sportivo savonese, riattivando la
Consulta dello sport, per condividere i percorsi di rilancio dello sport e per coinvolgere le
associazioni nelle azioni che verranno proposte.
1) Nuovi spazi pubblici fruibili. Vogliamo avviare da subito un piano di valutazione delle aree
disponibili per realizzare in ogni quartiere uno spazio da attrezzare per l’attività sportiva che sia
liberamente fruibile a tutti.
2) Sport e accessibilità’. Vogliamo garantire l’accesso ai disabili, sia come atleti sia come
spettatori, quindi adeguando gli spogliatoi, le attrezzature, le vie d’accesso e gli spalti dei campi da
gioco. Pensiamo, in connessione con il percorso della Bandiera Lilla, ad un piano per l’accessibilità
delle spiagge cittadine (anche private) che sia funzionale anche ai percorsi riabilitativi. In questo è
auspicabile una sinergia con la facoltà di Scienze Motorie e le progettualità del Campus sugli sport
marini. Va realizzata anche una rete di percorsi accessibili nel verde cittadino.
3) Sport agonistico. E’ una delle eccellenze cittadine, veicolo di attrattività a livello nazionale ed
internazionale. Se legato alla capacità di organizzazione di eventi può diventare un volano turistico
e un’occasione per tutta la città.
4) Sport e scuola. Vogliamo realizzare un grande progetto di promozione degli sport (tutti)
all’interno delle scuole.
IMPIANTI. E’ necessario un grande piano strategico che verifichi lo stato degli impianti sportivi e
ne pianifichi la ristrutturazione, l’adeguamento e, laddove necessario, la realizzazione di nuove
strutture. L’urgenza di garantire un piano di manutenzione straordinaria degli impianti esistenti va
coniugata con l’esigenza di avviare alcuni progetti più ambiziosi. Elenchiamo alcune priorità:
1) nuova struttura chiusa polifunzionale. Progettata in un’ottica multifunzionale ed efficiente,
capace di ospitare diversi eventi sportivi, ma anche culturali e fieristici.
2) Bandi gestione impianti. Favorire nelle assegnazioni le aggregazioni tra società.
3) Bacigalupo. Oggi lo stadio Bacigalupo è un enorme problema per la città e come tale lo
dobbiamo affrontare. Occorre legare la ristrutturazione dell’area dello stadio all’ampliamento del
Campus universitario, alla realizzazione delle necessarie residenze per gli studenti ed alla
possibilità di realizzare una cittadella dello sport. Nel frattempo bisogna restituire alla città
l’impianto rendendolo fruibile quanto prima tenendo conto delle prospettive di sviluppo di lungo
periodo dell’area.
4) Efficientamento energetico. Nell’ambito del piano strategico di verifica degli impianti dovrà
essere valutata la possibilità di investire nell’efficientamento energetico delle strutture, anche al
fine di abbattere i costi di gestione e garantire un margine maggiore a favore dei gestori.
5) Piscina Zanelli. Gli Sport d’acqua sono il fiore all’occhiello della nostra città e l’amministrazione,
attraverso le sue azioni, deve garantite le possibilità di sviluppo di questo settore sportivo. La
piscina Zanelli è ad oggi incompleta. Va pertanto valutata a fondo la soluzione migliore per uno
sviluppo ed un ampliamento delle funzioni della struttura anche attraverso la realizzazione del
secondo lotto, che va ripensato, garantendo l’interesse pubblico e l’attrattività di investimenti
privati.
4. QUARTIERI
Il quartiere è la cellula territoriale primaria della prossimità con i cittadini, in cui leggere la
complessità sociale, la pluralità di “comunità” e il rapporto ambivalente con il territorio. Il recupero
dei quartieri è la sfida più importante, perché sono il luogo in cui si svolge la vita dei cittadini e
dove emergono le fragilità e le povertà delle persone. Per questo i quartieri sono il luogo in cui
trovano collocazione molti dei progetti relativi alla cultura, alla comunità e alla città strategica. Ma
oltre a questi, occorre sviluppare altri progetti:
1) Promuovere luoghi identitari. Accompagnare, con metodo partecipativo, l’identificazione di
luoghi simbolici e identitari in ogni quartiere, al fine di investire su di essi attraverso interventi
urbanistici leggeri e a basso costo (in collaborazione con le Fondazioni del territorio) per
rivitalizzare lo spazio pubblico e trasformarlo in luogo di incontro (pedonalizzare, dipingere il fondo
stradale, inserire panchine, tavoli da ping pong, orti condivisi, sedie e tavolini, giochi di strada
ecc.).
L’esempio di Piazze Aperte a Milano mostra che così facendo la gente torna a occupare lo spazio
pubblico.
2) Rapporto con l’amministrazione comunale. Delegare alcuni consiglieri comunali di funzioni
specifiche legate ai quartieri. Creare la figura dei rappresentanti dei quartieri, scelti tra coloro che
svolgono attività in favore della collettività, per un dialogo diretto con l’amministrazione,
ovviamente preceduto dalla modifica dello Statuto Comunale.
3) Bandi per l’animazione del quartiere. Vogliamo favorire l’aggregazione nei quartieri e la
promozione sociale attraverso iniziative cadenzate durante l’anno aventi per oggetto lo sport, la
cultura ecc. Per finanziarle pensiamo di adottare il crowdfunding civico: il Comune, gli enti non
profit, le piccole imprese ed i cittadini uniscono le forze per migliorare la città. Il Comune,
attraverso un bando pubblico, seleziona ogni anno un numero definito di progetti. Ogni realtà
selezionata dovrà raccogliere una parte delle risorse attraverso piccole donazioni dei cittadini e
delle realtà locali, il Comune finanzierà il resto con un contributo a fondo perduto.
4) Laboratori di quartiere (modello Bologna). Occorre prendere contatto con le migliori
esperienze del welfare spontaneo già esistenti per potenziarle, renderle replicabili e creare
l’aggregazione sociale intorno all’esperienza.
5) Rigenerazioni immobili di proprietà del Comune all’interno dei Quartieri.
5. CITTA’ STRATEGICA
La città strategica deve essere il luogo capace di accogliere le progettualità delle altre chiavi
individuate dal Patto (cultura, comunità, sviluppo sostenibile, quartieri) indirizzando Savona verso
lo sviluppo di un nuovo tessuto urbano e di comunità basato su di un sistema di valori condivisi,
moderni ed intelligenti che sia in grado di combinare il lavoro e il benessere delle persone con
l’ambiente costiero, urbano e di collina e la capacità di accoglienza degli animali.
In questo senso assumere gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 e della Agenda Urbana Europea
significa assumere una visione di città moderna e proiettata nel futuro.
La città strategica si articola in diverse componenti.
Il decoro urbano
1) Azioni indispensabili per qualsiasi patto con i cittadini.
– pulizia delle strade e dello spazio urbano assolutamente prioritaria che va
assicurata in modo rigoroso e assoluto: prima della Newco, si dovrà avviare un confronto con
ATA. E’ stato già avviato il percorso affinchè si metta nelle condizioni, compatibilmente con la
procedura di concordato, per migliorare il servizio.
– verde urbano, cura delle aree giochi, arredo urbano.
– recupero e implementazione dei servizi igienici pubblici.
In questo senso pensiamo debba anche essere creata una governance della gestione del decoro
urbano che coinvolga il piano politico-amministrativo per la pianificazione e la gestione; non solo
un mero elenco di lavori di ambito tecnico – operativo.
2) verso la newco e la raccolta porta a porta con differenziata spinta. Savona deve finalmente
arrivare a dotarsi di un sistema integrato dei rifiuti, ispirato alla riduzione del rifiuto, recupero e
riutilizzo dei materiali, che presuppone il sistema di raccolta fondato sulla differenziata spinta, in
linea con le più moderne realtà urbane e con l’Agenda Urbana Europea.
Questo tema è fortemente condizionato dall’iter di concordato preventivo di ATA e dei passaggi che
sono previsti nell’ambito di tale procedura, ossia: la costituzione di una newco con partner esterno
e il piano industriale della newco con conseguente identificazione del sistema di raccolta.
È doveroso che la procedura di concordato venga portata a termine positivamente e si dovrà fare
quanto necessario affinchè ciò accada.
L’amministrazione prenderà atto degli esiti della procedura di costituzione della Newco ma sarà
necessario presidiare l’interesse pubblico nell’avvio del nuovo sistema.
Pur prendendo atto degli esiti della procedura di concordato preventivo di Ata, si aprono due temi:
a) Serve mettere in atto politiche di gestione dell’avvio e di formazione e sostegno alla
cittadinanza, con campagne di accompagnamento e sostegno nella fase di passaggio tra l’attuale
e il nuovo sistema, sia dal punto di vista economico che organizzativo. Occorre stipulare un patto,
che presuppone, come detto sopra, la pulizia della città e un comportamento virtuoso del Comune
e della Newco, e che accompagni i cittadini in questa delicata fase di passaggio. Pensiamo
Savona debba fare un grande passo avanti, rimandato da troppo tempo, ispirandosi al decalogo
Rifiuti Zero e quindi con azioni specifiche quali ad esempio la promozione del compostaggio
domestico (dove possibile), la riduzione dei rifiuti, le pratiche di riuso e riparazione ecc.
b) Ambito e conclusione del ciclo del differenziato. Restano aperti due problemi: rapporto tra
l’ambito savonese e l’ambito provinciale; conclusione del ciclo dei rifiuti e ottimizzazione della
differenziata. Non è solo un processo da gestire ma anche un’opportunità da cogliere per il
territorio di insediamento di nuove aziende tecnologiche.
Savona curata
Sviluppo di un innovativo Piano del Verde in linea con quanto previsto dalla Legge 10/2013
“Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani” e dalle “Linee guida per la gestione del verde
urbano” redatte dal Ministero dell’Ambiente, della tutela del territorio e del mare, partendo dall’idea
che il sistema naturale debba essere considerato come una nuova infrastruttura cittadina da
pianificare, gestire e conservare: un progetto complessivo delle aree verdi, pensato non solo per
l’uomo, ma anche per gli animali e per chi si prende cura di loro, con previsione di nuove aree e
manutenzione e riqualificazione restauro botanico-architettonico di quelle esistenti, compresa la
piantumazione di nuove tipologie di piante in coerenza con il progetto.
Alcune direttrici:
• Riqualificazione del verde esistente e progettazione di nuove infrastrutture verdi;
• individuazione di tipologie di piante adatte al contesto e caratterizzanti il luogo;
• individuazione e valorizzazione di percorsi pedonali nel verde, in connessione con progetti
di rivitalizzazione delle aree di collina periferiche;
• punti strategici: Prolungamento, ingresso in città da ponente e levante, lungo Letimbro,
giardini nei quartieri;
• implementazione di viali alberati in centro (soprattutto ottocentesco) e nei quartieri;
Governance: Progetto affidato a professionisti, locali ma anche di rilievo nazionale, e co-
progettazione con le scuole e le associazioni, ecc.;
Savona accessibile
1) Sviluppo e rafforzamento dei collegamenti ferroviari (ponente/levante e direzione Piemonte
sia per trasporto merci che viaggiatori) attraverso un incessante lavoro di proposta verso Regione
Liguria e Rete Ferroviaria Italiana e l’attuazione del protocollo d’intesa tra Provincia di Savona e
Provincia di Cuneo.
2) Completamento dell’intervento dell’Aurelia bis. Questa infrastruttura deve essere
completata, quindi:
a) deve essere portato a compimento il tronco attuale.
b) occorre prevedere un nuovo tronco tra Corso Ricci e il casello autostradale e un secondo
svincolo a levante.
3) Promozione e valorizzazione della mobilità lenta e sostenibile anche attraverso nuovi
strumenti di controllo e comunicativi (Smart City e altri strumenti digitali): scoraggiare l’utilizzo del
mezzo privato e le aree chiuse al traffico.
In questo senso appare fondamentale procedere all’elaborazione del piano urbano della mobilità
sostenibile (PUMS), uno strumento che consente di avviare, in sinergia con TPL ed a livello
comprensoriale, un nuovo approccio alla domanda di mobilità delle persone e delle imprese, in
collegamento col piano del commercio e le altre pianificazioni esistenti.
Obiettivi del PUMS:
a) rinnovamento delle linee tpl cittadine e del comprensorio rendendole funzionali ad una
mobilità cittadina prevalentemente pubblica e con interventi che garantiscano minori tempi di
percorrenza;
b) implementazione delle aree pedonalizzate nel centro e nei quartieri;
c) collegamenti ciclabili nelle varie zone della città e comuni costieri confinanti;
d) promuovere lo sharing per la mobilità lenta;
e) sviluppo e creazione di parcheggi di cornice: corso Ricci, uscita Aurelia bis, zona casello
autostradale, zona Ospedale;
Nella fase di attesa per la realizzazione ed avvio del PUMS pensiamo di individuare fin da subito
alcuni passaggi intermedi immediatamente attuabili.
Alcuni esempi:
– riqualificazione del centro ottocentesco migliorandone la viabilità.
– Spostamento del mercato del lunedì in aree che, in prospettiva del PUMS, potrebbero essere
chiuse al traffico con debiti accorgimenti temporanei.
– Pedonalizzazione di alcune vie del centro e dei quartieri.
– Riorganizzazione della gestione di parcheggi, anche in struttura, in centro e nei quartieri,
ipotizzando parcheggi per residenti anche nei quartieri.
Savona si rigenera
Dobbiamo rigenerare e valorizzare spazi, luoghi, edifici capaci di assumere una funzione identitaria
per la città. In quest’ottica occorre:
– Recuperare i moltissimi spazi non utilizzati sviluppando nuovi contenuti e nuove forme di
collaborazione attraverso idee, investimenti, risorse e persone.
– Prevedere interventi di riqualificazione urbana in particolare nel centro ottocentesco (incentivo a
recupero e valorizzazione delle facciate), Prolungamento, zona Santuario (attraverso lo sviluppo di
uno specifico progetto di valorizzazione territoriale e sociale). In quest’ottica i singoli quartieri
devono essere messi al centro delle politiche e programmazioni di riqualificazione (commercio,
traffico, pulizia, rifiuti, gestione del verde, ecc.), secondo le loro specifiche necessità (edifici e
comunità scolastiche, aree verdi, giardini pubblici e loro gestione e manutenzione, servizi alla
persona).
1) Scuole. A Savona ci sono scuole di ogni ordine e grado capaci di esprimere progettualità
avanzate che devono essere collegate con la città (connessione con Cultura, Comunità, Sviluppo
Sostenibile). Questo collegamento va reso evidente anche dal punto di vista strutturale. Si deve
quindi prevedere un piano di rinnovamento dei contenitori scolastici e delle aree di prossimità di
ogni scuola, attraverso l’elaborazione di un progetto complessivo funzionale all’accesso a risorse
che consentano edifici a basso impatto ambientale e l’integrazione della didattica con l’area
cittadina in cui sono collocati.
2) Biblioteca. Una nuova collocazione risulta indispensabile e Palazzo della Rovere può
rappresentare una soluzione che consente finalmente di restituire alla biblioteca la sua funzione di
luogo di vita sociale e culturale al centro della città e fruibile da tutte le generazioni. Deve essere
un servizio concepito e organizzato in modo moderno come nelle città più avanzate: orario largo,
servizi digitali, connessione con il Campus, la Campanassa ecc.
3) Ospedale. Simbolo della salute e della tutela dei cittadini, è un presidio fondamentale del
territorio e riferimento dei savonesi. Il mantenimento di standard qualitativi alti dell’Ospedale San
Paolo è argomento che riguarda direttamente l’Amministrazione che rappresenta quei cittadini a
cui l’ospedale si rivolge. Da questo punto di vista, ancora un volta diventa fondamentale riuscire a
svolgere un ruolo comprensoriale attraverso una maggiore integrazione delle strutture ospedaliere
e la promozione di azioni per migliorarne l’efficienza.
Accorciare i collegamenti temporali tra i diversi nosocomi (casello autostradale, aurelia bis o corsie
preferenziali).
4) Contenitori storici. A Savona esistono moltissimi contenitori storici non utilizzati (oltre a quelli
che citeremo, Sant’Agostino, Banca d’Italia, Palazzo Pozzobonello, Monte Urbano, Palazzo
Mascolo, Palazzo Gavotti ecc.). E’ indispensabile un progetto di recupero e valorizzazione
funzionale alla realizzazione dei progetti descritti nell’Agenda. Individuiamo alcune priorità:
Palazzo della Rovere, perchè nevralgico per il centro cittadino e per le connessioni urbane.
Riaprire i cancelli come simbolo della rinascita del centro città. Può essere valorizzato per diverse
finalità: mondo giovanile e servizi allo studio (biblioteca, studentato universitario, centro di
aggregazione per gli studenti e associazioni); chiostro come luogo capace di ospitare gli eventi del
centro storico; spazi culturali anche collegati al Polo Museale.
San Giacomo perché biglietto da visita della città, da collegare a Miramare ed ex-Funivie. Le prime
misure sono la messa in sicurezza delle facciate, della chiesa e del tetto; questi interventi
consentirebbero di rendere da subito visitabili gli affreschi dell’abside e la tomba di Chiabrera; il
complesso del San Giacomo era un celebre bosco di cipressi, si può prevedere un intervento nel
giardino circostante di nuova piantumazione nell’ambito del Piano del Verde.
Priamar perchè storica sfida della città e monumento simbolo. E’ necessaria una pianificazione e
progettazione specifica che coinvolga la città ponendolo in collegamento con la Darsena e il
Prolungamento (valorizzando entrata lato mare), il nuovo piazzale in co-progettazione con APS,
l’ex piscina comunale e il Brandale. Si può ipotizzare una destinazione multifunzionale con modello
di management della struttura e delle sue attività: Officine Municipali, Polo Museale,
manifestazioni, convegni e laboratori artigiani.
GRANDI DISTRETTI DI TRASFORMAZIONE
A Savona esistono alcuni importanti distretti di trasformazione dove deve trovare espressione
l’identità della cCittà e rispetto ai quali:
– Si dovrà assumere come riferimento impegnativo l’Agenda 2030 e l’Agenda Urbana Europea.
– Si dovranno adottare nuovi strumenti/metodi di pianificazione ed utilizzo degli spazi non
comunali (anche, se necessario, con usi temporanei).
– Si dovrà manifestare una profonda innovazione culturale che si traduce nella maturazione di una
progettualità pubblica volta al perseguimento di obiettivi di interesse collettivo capace di
coinvolgere e valorizzare gli interessi privati (città attrattiva).
1) Distretto Piazza del Popolo e Orti Folconi: quest’area deve rappresentare una delle sfide per
una Savona moderna ed innovativa, perseguendo quattro obiettivi: attuazione dei principi
dell’Agenda Urbana Europea; assumerle a simbolo della nuova Savona, individuando un obiettivo
specifico di interesse pubblico; cucire la cesura tra centro ottocentesco – Tribunale – oltre
Letimbro; prevedere un ponte pedonale sul Letimbro.
2) Distretto Stadio – Campus – Legino: quest’area va pensata secondo tre direttrici: integrazione
Campus – quartiere; valorizzazione del quartiere di Legino; vocazione sportiva in collaborazione
con Scienze Motorie e associazioni sportive che comprenda la ristrutturazione dello stadio in
un’ottica moderna e polifunzionale e la creazione di un distretto composto dalle aree recuperate
dallo stadio, aree ex-CSI, fino al mare.
3) Distretto ex Area Mottura e Fontana: servizi per il quartiere, uso temporaneo.
4) Waterfront Levante: La porta della città: è da ridisegnare con un percorso aperto di
coprogettazione in concertazione con APS. Riqualificare la zona pone diverse connessioni con
temi cruciali per Savona: la mobilità cittadina e quindi il PUMS, la connessione tra il
Prolungamento con Albisola, il rapporto con il Porto e la connessione con il San Giacomo e
l’Ospedale.
5) Waterfront Ponente: area imperniata sulla difesa e valorizzazione della lunga spiaggia
savonese e sul suo rapporto con il contesto urbano. E’ parte integrante e viva della visione di città,
della proposta turistica (passeggiata a mare, spiaggia libera, spazi ricettivi), dello sviluppo (in
relazione al Campus e alle sue attività sul mare) e del ruolo dei quartieri (Fornaci, Zinola ed il
collegamento con Legino). Nella progettualità urbanistica dell’area occorre garantire uno sviluppo
corale dei progetti che tenga conto della fruibilità collettiva del litorale e degli obiettivi dell’Agenda
2030.
***
I progetti sono stati esposti seguendo la scansione delle cinque “chiavi”, ma in realtà essi sono
stati pensati per riassumere in sé stessi le diverse chiavi che, in questo modo diventano veri e
propri “ingredienti” del rilancio della città.
In ogni progetto quindi non saranno distinte le diverse componenti della comunità, della cultura, dei
quartieri, della città strategica e dello sviluppo sostenibile, tuttavia queste componenti ispirano ogni
progetto perché esse, in connessione tra loro, renderanno la nostra città la più vivibile della Liguria,
giusta dinamica e attrattiva.
Un ruolo fondamentale sarà quello della macchina amministrazione, dei dirigenti, funzionari e
dipendenti tutti, che tutti di grande qualità ma che soffrono di difficoltà notevoli dovute alla rilevante
carenza di organico: essi saranno e dovranno sentirsi parte integrante del nostro progetto di
governo. DovremoSi dovranno progressivamente colmare le lacune di organico e disegnare, con
loro, una organizzazione amministrazione sempre più volta alla integrazione dei settori, come già
sta avvenendo, alla capacità di innovazione, tecnologica e progettuale, e alla apertura verso i
cittadini, che devono percepire una amministrazione vicina alle loro esigenze.
Siamo consapevoli che tutto ciò non potrà essere realizzato in cinque anni, ma è importante
individuare una meta, ossia l’idea di città, e il percorso adatto per raggiungerla, ossia i singoli
progetti, in modo che ogni politica che verrà concretamente adottata nei prossimi cinque andrà
nella direzione giusta e aiuterà la città a indirizzarsi verso l’obiettivo finale.